Domenica 2 giugno alle ore 16.30; lunedì 3 e martedì 4 giugno alle ore
20.45 al multiplex Giometti di Tolentino sarà proiettato il film del regista
Kristian Gianfreda ‘Solo cose belle’, che racconta la storia dell’associazione
‘Papa Giovanni XXIII’, fondata da don Oreste Benzi.
Il film racconta la storia
di Benedetta, una popolare ragazza sedicenne figlia del sindaco, e del suo
incontro con una bizzarra casa famiglia, appena arrivata nel suo piccolo paese
dell’entroterra riminese. La casa famiglia, rumorosa e stravagante, conta un
papà e una mamma, un immigrato, una ex-prostituta e sua figlia piccola, un
ragazzo in pena alternativa, due ragazzi con gravi disabilità e un figlio
naturale.
E’ proprio Benedetta, anche attraverso la sua storia d’amore con
Kevin, uno dei ragazzi della casa, a guidarci in questo mondo ai margini, in
cui tutti sembrano ‘sbagliati’ o ‘difettosi’, ma in realtà sono solo davvero
umani.
Ed è poi l’intero paese, che si prepara con passione alle prossime
elezioni comunali, a essere coinvolto e sconvolto da questo incontro, tra
momenti divertenti e altri drammatici, tra balli, risa, lacrime, barchette di
carta, piadine e sgomberi, finché, in una notte difficile, tutto precipita e
sembra perduto. In realtà, al di là delle scelte dei singoli, nulla potrà più
essere come prima.
Il film nasce dalla lunga esperienza sul campo della
Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi e delle tante case
famiglia dell’Associazione, che da anni lavorano per diffondere i valori dell’inclusione
sociale e per combattere l’emarginazione.
Non è un caso che alla realizzazione
del film abbiano contribuito, insieme ai professionisti del cinema, anche
disabili, ex prostitute ed ex tossicodipendenti. Da qualche tempo, grazie anche
alla meno costosa accessibilità ai mezzi di ripresa, si presentano sugli
schermi film prodotti da associazioni di vario genere. Non sempre però i
livelli qualitativi sono all’altezza delle intenzioni che muovono coloro che li
hanno pensati e voluti.
Attraverso questa romantica storia d’amore è mostrata
la realtà di queste persona escluse dalla società a causa di un loro errore,
che non viene perdonato, o per scelta di altri. Questo microcosmo, quale è la
casa famiglia, viene a incontrarsi e scontrarsi con la quiete del paese, che li
classifica ‘sbagliati’ o ‘cattivi’ senza fare lo sforzo di conoscerli davvero.
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