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Israele-Palestina: fermiamo la violenza, riprendiamo per mano la pace

 


“Nell’ultima seduta del Consiglio comunale – ha sottolineato il Presidente Alessandro Massi Gentiloni Silverj - abbiamo discusso e votato un Ordine del Giorno che ci è stato sottoposto dalle associazioni del Terzo Settore della Città di Tolentino”.

Il documento vuole impegnare la più alta istituzione cittadina affinché si possano sensibilizzare a Gaza, “le forze belligeranti a sospendere ogni azione militare e ad avviare colloqui di pace che conducano ad una risoluzione dei conflitti in essere evocando ed attuando concretamente lo spirito di fratellanza e giustizia necessari in qualsiasi ottica di convivenza.

Ringrazio Sermit, Avis, Avulss, Auser, Aido, Galt, Circolo Il Pettirosso – Legambiente, Cittadini dal Mondo, i Ponti del diavolo, Prossimamente per questa significativa iniziativa che testimonia gli alti valori della nostra Comunità e l’impegno diretto di tanti concittadini volto ad essere di aiuto alle popolazioni in difficoltà. Contemporaneamente rivolgo la mia stima e gratitudine ai collegi di tutte le forze politiche che siedono in Consiglio che con sensibilità e attenzione hanno approvato all’unanimità questo importante Ordine del Giorno volto a favorire la pace e la civile convivenza in una zona martoriata dalla guerra”. Un impegno comune per riprendere tutti insieme ‘per mano la pace’.

Questo il testo del documento.

Dopo il brutale atto terroristico del 7 ottobre 2023 di Hamas contro la popolazione civile israeliana e il conseguente ritiro, con tutti gli ostaggi, nella striscia di Gaza si è perpetrata una escalation di violenza senza eguali tra Israele e Palestina. Per riassumere: l'8 ottobre Israele ha dichiarato lo stato di guerra avendo come obiettivo ufficiale la liberazione degli ostaggi, la cancellazione definitiva di Hamas e l'occupazione militare permanente della Striscia di Gaza ed ha iniziato a bombardare sistematicamente tutto il territorio della Striscia.

Il 27 ottobre 2023 è iniziata, l'invasione di terra ed i bombardamenti dell'esercito israeliano ad oggi senza mai concludersi verso la Striscia, con violenti combattimenti nelle aree urbane e densamente popolate, dove Hamas aveva le sue strutture. Dal 2 marzo 2025, Israele, il governo Netanyahu, ha avviato il blocco totale degli aiuti umanitari internazionali destinati ai civili palestinesi, inclusi cibo, acqua e medicinali. Circa il 70% delle vittime del conflitto (stimate al momento in oltre 60.000) sono bambini o donne.

L'attacco terroristico del 7 ottobre 2023 e le successive azioni di rappresaglia hanno segnato una svolta radicale elevando ai massimi livelli la violenza indiscriminata, la sofferenza, la morte, producendo innumerevoli vittime e massimizzando l'odio senza minimamente tentare di rimuovere le cause che, da quasi un secolo, travolgono le popolazioni e la terra di Palestina e d'Israele. È a tutti evidente come l'incapacità di affrontare e risolvere il conflitto in essere comporti un rischio imponderabile di estensione che a partire dal Medio Oriente possa collegarsi con altri conflitti (ad esempio: Russia-Ucraina, India-Pakistan, Yemen e varie aree mediorientali, guerre commerciali, Africa sub-sahariana) ed innescare un conflitto esteso ai paesi dei cinque continenti.

Il popolo israeliano non è completamente allineato alle scelte del proprio governo, come non tutti i palestinesi si riconoscono in Hamas eppure le conseguenze di certe scellerate scelte ricadono su tutti. Noi condanniamo in modo assoluto ogni forma di violenza, di aggressione e di rappresaglia contro la popolazione civile sia palestinese che israeliana.

Chiediamo, a nome dei nostri iscritti e simpatizzanti, alle istituzioni locali di ogni ordine e grado di attivarsi perché questo accorato appello venga condiviso e sia concretamente portato ai più alti livelli delle istituzioni in Italia, nell'Unione Europea e alle Nazioni Unite per indurre le forze belligeranti a sospendere ogni azione militare e ad avviare colloqui di pace che conducano ad una risoluzione dei conflitti in essere evocando ed attuando concretamente lo spirito di fratellanza e giustizia necessari in qualsiasi ottica di convivenza.

Hamas deve immediatamente rilasciare gli ostaggi e cessare le ostilità anche per il bene del popolo palestinese. Il governo Netanyahu non può perseverare, mediante azioni di guerra indiscriminate, aggredendo la striscia di Gaza e la Cisgiordania via terra, mare e cielo, contro la popolazione civile (prevalentemente donne, bambini, anziani, malati) inerme e sfinita. A questi ultimi viene negato il diritto alla vita perché sono stati privati di rifugi sicuri, ospedali, scuole, elettricità, rete di assistenza, acqua, cibo e aiuti umanitari, collegamenti con il mondo esterno. Non possiamo pensare che chi ha subito uno dei più grandi genocidi della storia utilizzi lo stesso strumento calpestando ogni qualsiasi forma di diritto civile, internazionale e di guerra.

Solo con il rifiuto della guerra e della violenza possiamo e speriamo di ricostruire giustizia, rispetto per i diritti di autodeterminazione delle due popolazioni, riparazione, convivenza, pace giusta e duratura. Ci appelliamo affinché le parti accettino l'immediato cessate il fuoco, il rilascio degli ostaggi e dei prigionieri, il rispetto del diritto umanitario per evitare ulteriore spargimento di sangue.

Ci appelliamo affinché venga convocata, urgentemente, una Conferenza di pace che avvii a possibili soluzioni rivolte a stabilire regole per una convivenza civile normata da leggi internazionali ed applicare, almeno inizialmente, la formula dei ‘due Stati per i due Popoli’.

Tale condizione porrebbe fine sia alle attuali reciproche aggressività tra popolazione palestinese e popolazione israeliana per addivenire nei tempi e nei modi opportuni ad una reciproca e proficua convivenza tra i due popoli, e dei popoli confinanti Egitto, Iran, Giordania, Siria e il Libano.

Concludiamo riportando la frase di Makbula Nassar, educatrice e giornalista intervenuta al People Peace Summit: ‘Ascoltiamo le grida dei bambini affamati di Gaza. Mettiamo fine alla crudeltà e ai crimini di cui da troppo tempo assistiamo, perché non ci sarà 'un giorno dopo per le nostre coscienze e tutti noi meritiamo di essere liberati da questa infinita oppressione. Solo con la pace, potremo esserlo’.

Facciamoci strumenti per dialogare e costruire ponti e non tradiamo l'art. 11 della nostra Costituzione: l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come risoluzione di controversie internazionali che ci vuole contrari alla guerra ed impegnati a promuovere un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le nazioni. Riprendiamo per mano la pace.

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