“Festa
del Lavoro. Dunque Festa fondata proprio sul lavoro è un elemento base della
nostra identità democratica. Non si tratta soltanto di un
richiamo ai valori di libertà e di eguaglianza ma dell’indicazione di un
modello sociale vivo, proiettato verso la coesione e la solidarietà. Capace,
quindi, di rimuovere continuamente, nel corso del tempo, gli ostacoli che
sottraggono opportunità alle persone e impediscono il pieno esercizio dei
diritti”.
Prendendo spunto dall’intervento del Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, pronunciato in occasione della festa dei lavoratori, svoltasi nello scorso anno a Cosenza, CGIL, CISL, UIL, ACLI e MLAC, in collaborazione con il Comitato del quartiere Foro Boario ed il patrocinio del comune di Tolentino, invitano la cittadinanza a partecipare alla festa del 1^ Maggio presso il parcheggio del Foro Boario che inizierà alle ore 10.30 con una messa celebrata da don Rino Ramaccioni, in occasione del 60^ anniversario del suo sacerdozio, a cui seguiranno gli interventi delle organizzazioni sindacali ed il saluto del sindaco per concludersi con un repertorio musicale del corpo bandistico ‘N. Gabrielli’.
Tale
ricorrenza affonda le radici in un periodo di significative manifestazioni per
i diritti degli operai delle fabbriche durante la Rivoluzione industriale negli
Stati Uniti d’America ad inizio del secolo scorso, guidate dall’Associazione
dell’Ordine dei Cavalieri del Lavoro americano, i ‘Knights of Labor’ che nel
1866 riuscì a fare approvare a Chicago la prima legge delle ‘8 ore lavorative
giornaliere’, che entrò in vigore il 1º maggio 1867.
La festa del 1° maggio divenne ufficiale in Europa a partire dal 1889, quando fu ratificata a Parigi dalla Seconda Internazionale, organizzazione che aveva lo scopo di coordinare i sindacati ed i partiti operai e socialisti europei. In Italia la festa del 1° maggio fu introdotta solo due anni dopo, nel 1891 e vennero organizzate fino al 1923, anno in cui il regime fascista ne proibì la celebrazione. Tale festività venne infine riconosciuta ufficialmente nel 1946 con un decreto legislativo dopo la fine della seconda guerra mondiale e la definitiva sconfitta del fascismo.
La
commemorazione di tale festa fu ripresa anche dal mondo cattolico e, grazie
all’impegno delle Acli: il 1º maggio 1955, papa Pio XII istituì la festa di san
Giuseppe lavoratore, perché tale data potesse essere condivisa anche dai
lavoratori cattolici, come ha sottolineato don Rino Ramaccioni nel richiamo al
messaggio dei vescovi per tale giornata: “L’economia e le leggi di mercato non
devono passare sopra le nostre teste lasciandoci impotenti. Il mercato siamo
noi: sia quando siamo imprenditori e lavoratori, sia quando promuoviamo e
viviamo un consumo critico”.
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