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Un gestire correndo ai ripari a cui manca una visione politica

 


Sulla gestione dei rifiuti ci sembra assistere a un certo pressappochismo nel trattare un tema invece molto complesso. Si cerca il sito per una nuova discarica e si risolve in un nulla di fatto: si proroga la vita della discarica di Cingoli (struttura sita nei pressi di un’area verde e a vocazione agricola, zona in cui forse non sarebbe stato neanche il caso di aprirla) attraverso un suo ampliamento momentaneo.

Una volta esaurito anche l'ampliamento sembra poco chiaro dove verranno poi collocati i rifiuti, si porteranno inoltre altre tonnellate fuori provincia e si pensa a un biodigestore le cui prospettive di fattibilità e realizzazione appaiono a dir poco difficili, così come qualcuno pensa ai "termovalorizzatori" come possibile soluzione regionale (altro capitolo alquanto discutibile).

Di fronte a tutto questo la cittadinanza maceratese vedrà un rincaro della TARI previsto al 16% nei prossimi tre anni per via di questa situazione "difficile" figlia evidentemente di scelte non fatte e di mancanza di visione. Il fatto che la TARI rimarrà comunque più bassa rispetto ad altri territori, così come è stato comunicato, non lo riteniamo affatto un punto di merito: siamo di fronte a un costo della vita generalizzato sempre più alto e a salari che nel migliore dei casi restano fermi mentre il lavoro povero e precario caratterizza molte fasce della popolazione.

Come ha già ribadito di recente dall'Ires Cgil Marche, le scelte intraprese e la frammentazione delle risorse, prive di una visione d'insieme sul futuro della regione, non hanno invertito in modo robusto la condizione economica critica. In particolare la provincia di Macerata non si può permettere che questa indolenza gestionale sui rifiuti venga scaricata sulle tasche delle famiglie viste anche le sue maggiori performance nella raccolta differenziata.

I dati Ispra indicano come nella provincia di Macerata si registrino il più alto tasso di raccolta differenziata della regione (73,8% contro il 71,6% nel 2021), così come una produzione di rifiuti più bassa (519,5 kg per abitante all'anno contro i 527,4 della regione). Appare quindi lecito domandarsi, anche a fronte di un’elevata raccolta differenziata e pur nelle più recenti lievi contrazioni di queste buone performance, com’è possibile che la gestione sia ancora tanto inadeguata e non emerga in modo evidente traccia di una programmazione più coerente e di iniziative di riduzione a monte del rifiuto, pur con tutte le complessità del caso.

La carenza più grande, a nostro parere, è di una visione politica sistemica, non solo provinciale, ma anche regionale, che coinvolga il sistema produttivo e i cittadini. E' inutile brancolare attorno ai rifiuti urbani nella rincorsa agli obiettivi del pacchetto europeo sull’economia circolare e del riciclo se non esiste una declinazione coerente, sistemica e seria delle diverse opportunità (come il Pnrr o in generale il Green Deal) lette in chiave politica di prospettive per un territorio e per le materie prime seconde, la cui presenza e il cui riutilizzo possano generare circuiti virtuosi per tutti.

Per il coordinamento di Sinistra Italiana Macerata Serena Cavalletti e Ivano Scotti

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