È notizia di
oggi il via libera dell’AIFA alla pillola anticoncezionale gratuita, un’ottima
notizia attesa dalla scorsa estate quando questa ipotesi era in fase di
valutazione. Il modello era ed è quello francese, ove questo provvedimento ha
prodotto una sensibile diminuzione delle richieste di IVG. Non è solo una
questione legata all’attuazione del principio di autodeterminazione o di
emancipazione dall’IVG stessa, è anche una questione di gestione ospedaliera e
di spesa.
Constatiamo
tuttavia con amarezza che l’AIFA è arrivata dove la politica non ha osato e
questo è un dato: le conquiste di civiltà troppo spesso in questo Paese passano
attraverso tribunali, sentenze e agenzie. In questo caso chiediamo alle
istituzioni di fare un ulteriore passo in avanti: estendere la gratuità alla
contraccezione a barriera, perché anche proteggersi dalle malattie sessualmente
trasmissibili non deve essere un lusso e perché non tutte le donne hanno un
profilo clinico che tollera la pillola anticoncezionale.
Ci sono
regioni come l’Emilia Romagna e la Toscana in cui tutto questo è realizzato,
nelle Marche invece, regione delle occasioni perse, un po’ per sciatteria
amministrativa, un po’ per scelta, nel 2018 si lasciò cadere la mozione Volpini
che prevedeva tutta la contraccezione gratuita, approvata a maggioranza e mai
attuata. Figuriamoci ora con una nuova maggioranza, i cui esponenti avevano
anticipato le dichiarazioni di Lollobrigida già nel gennaio 2021 nella
discussione in consiglio regionale sulle linee guida circa la pillola abortiva,
tuttora inapplicate.
L’AIFA oggi
compie una svolta importante e lo fa al di sopra di ogni questione ideologica,
lo fa usando le categorie di pensiero e di analisi relative a ciò che è:
l’autorità nazionale competente per l’attività regolatoria dei farmaci. La
stessa onestà giuridica e intellettuale dovrebbero usare i vari livelli
amministrativi portando le tematiche riguardanti la salute delle donne nelle
sedi opportune e fuori da uno scontro ideologico ridicolo. Nello specifico
delle Marche ad esempio occorre rendere attivo il tavolo di medicina di genere
previsto dalla Legge Lorenzin di cui ancora non abbiamo notizie.
Serena
Cavalletti - Coordinatrice di Sinistra Italiana Macerata
Commenti
Posta un commento