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All’Abbadia di Fiastra il prof. Santinelli racconta la storia della Santa Casa di Loreto

 


Domenica 4 dicembre alle ore 10.45 presso l’Abbadia di Fiastra l'archeologo, prof. Alessio Santinelli,  terrà un incontro sul tema ‘Gli introvabili documenti vaticani e la questione della Santa Casa di Loreto. Giuseppe Lapponi, medico di papa Leone XIII’.

Medico personale di Leone XIII (1878-1903), successore di Pio IX, fu Giuseppe Lapponi (1851-1906), ‘archiatro di sua santità Papa Leone XIII’, come egli stesso si definisce nel frontespizio del suo ‘Compendio di medicina legale’. A scorrere la bibliografia di questo medico i suoi interessi scientifici vanno dalle malattie veneree, alla tubercolosi e al tifo senza disdegnare l’ipnotismo e lo spiritismo, prendendo posizione a favore del primo, di cui considera l’utilità, e tacciando il secondo di immoralità. 

Si interessò anche ai miracoli di Lourdes (1858) e alle obiezioni che sollevavano i medici riguardo ad essi. A lui si deve anche la formulazione dell’ipotesi, a partire da alcuni documenti ritrovati negli archivi vaticani, che le pietre della Santa Casa siano state trasportate nel XIII secolo a Loreto da una nobile famiglia bizantina di origine imperiale, gli Angelo, per strapparle alle devastazioni musulmane.

Infatti l’archiatra pontificio di papa Leone XIII, Giuseppe Lapponi, consultando un plico relativo a Loreto negli Archivi Vaticani scoprì un documento risalente proprio all’epoca della presunta ‘traslazione miracolosa’. Questo documento del 1294, facente parte del Chartularium culisanense (un codice diplomatico di un antico ordine equestre), riporta l’elenco notarile dei beni dotali di Margherita Angeli (figlia di Niceforo, despota d’Epiro) che proprio in quell’anno sposò Filippo II D’Angiò (figlio del re di Napoli, Carlo II). In questo elenco si legge, tra gli altri, ‘Sanctas petras ex dmo Dominae Deiparae Virgini Ablatas’ (‘le Sante pietre portate via dalla Casa della Nostra Signora la Vergine Madre di Dio’).

Secondo questa fonte una nobile famiglia bizantina di nome Angeli si incaricò nel XIII secolo di salvare i materiali della Santa Casa dalle insidie musulmane per ricostruire a Loreto l’edificio originale. Non solo si ha una coincidenza dell’anno in cui avvenne questo spostamento (anche i mesi sono molto prossimi, ma anche il fatto che la famiglia Angeli avesse dei terreni proprio a Loreto fa pensare. 

Venuto a conoscenza del documento, mons. Landrieux scrisse nel suo diario: “Essa [la Santa Casa] è stata certamente trasportata a Loreto dalle mani degli Angeli, ma questi angeli non sono quelli del cielo. Il tempo obnubilò a poco a poco il fatto storico e, agli Angeli di Costantinopoli, la credenza popolare ha sostituito gli angeli del cielo”.

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