Con questo comunicato, a corredo della conferenza stampa di oggi, indetta dai consiglieri di Centrodestra Silvia Luconi, Monia Prioretti e Silvia Tatò per Tolentino nel Cuore e Francesco Pio Colosi per Fratelli d’Italia, si intende porre degli interrogativi all’Amministrazione Comunale guidata da Mauro Sclavi relativamente a delle questioni particolarmente importanti che riguardano la materia del terremoto, dell’area container e degli appartamenti in sostituzione delle sae. Avremmo tanto da dire, realisticamente, partendo anche dai famosi 100 giorni di Sclavi che non sono altro che una propanazione di quanto la passata amministrazione ha imbastito, pensato, progettato e finanziato.
Abbiamo
dovuto ingoiare rospi pesanti, leggendo affermazioni che parlano di operazioni “poco
pubbliche e molto private”, riferendosi alla delocalizzazione della Saipa che
il Sindaco e i suoi assessori continuano ancora a non capire, insistendo a
guardare il dito e non la luna. Quella era l’operazione Palazzetto dello Sport,
che univa anche la delocalizzazione di un’industria insalubre, oltre a dare
spazi adeguati allo sport, ai giovani e al turismo, ma in consiglio comunale si
sono sentiti fieri di dire che non era sostenibile per Tolentino e intanto i
parquet delle nostre strutture sportive si gonfiano, i tetti fanno passare
acqua, le caldaie si rompono perché sono vecchie, ma se quest’amministrazione e
i suoi addentellati sostengono che sarebbe preferibile 'pensare meno in grande', allora è dura fare
opposizione di fronte a cotanta miopia.
Torniamo
al terremoto:
in
queste ore siamo stati informati da diverse persone che sono state contattate
dall’amministrazione comunale per due questioni in particolare: la restituzione
dei soldi del mobilio degli appartamenti in sostituzione delle sae e la
chiusura dell’area container.
Relativamente
al primo punto, ci preme sottolineare che chiedemmo qualche settimana fa con un
accesso agli atti l’elenco delle persone che l’Ente intendeva richiamare per
farsi restituire i soldi del mobilio che spettavano agli assegnatari degli
appartamenti sostitutivi delle sae per un minimo di arredi. La risposta è stata
la seguente: ”a seguito della nota della protezione civile numero 1348098 del
27/11/2020 sono ammessi a finanziamento solo gli assegnatari degli appartamenti
costruiti con l’ordinanza 510/2018 e quindi solo quelli assegnatari degli
appartamenti in C.da Pace, via 8 Marzo e Piazzale della Battaglia”. Niente di
nuovo, in quanto eravamo forza di governo all’epoca e conosciamo alla
perfezione tutta la questione.
Sappiamo
che gli appartamenti in sostituzione delle SAE sono stati finanziati con 3 atti
pubblici: delibera di Giunta Regionale n.827 del 17/07/2017 con la quale veniva
finanziato Borgo Rancia; ordinanza del Commissario Straordinario n. 27 del
09/06/2017 con la quale venivano adottate misure per la riparazione del
patrimonio edilizio pubblico inagibile e migliorabile sismicamente per
soddisfare il fabbisogno abitativo (ex scuola Paterno, ex scuola Sant’Angelo ed
ex ospedaletto); ordinanza della Protezione civile n. 510/2018 con la quale
sono stati finanziati per 20.850.000,00 i lavori di P.le della Battaglia, 8
marzo, c.da Pace e c.da Paterno.
Per
quanto riguarda gli arredi, inizialmente non previsti, con la nota della
Protezione civile del 27/11/2020 vengono finalmente riconosciuti per un importo
massimo di 4.000,00 euro ad appartamento, ma solo per gli immobili realizzati a
seguito dell'ordinanza 510/2018.
È evidente che si tratta di un refuso. È
evidente che la norma è parziale perché aiuta alcuni terremotati, escludendone
altri. Vediamo infatti numerosissime determine in queste ore che pagano
legittimamente i mobili a chi sta andando a vivere ad esempio nelle nuove
costruzioni di Cda Pace, ma sappiamo anche che altri cittadini vengono chiamati
in comune a firmare un verbale con il quale si invita il terremotato a
dichiarare o che restituisce i soldi, o che autorizza il fornitore ad andare a
smontare e riprendersi la cucina o a dichiarare che può recuperare
dall’abitazione inagibile il vecchio mobilio.
Riteniamo
che non debbano esserci terremotati di serie a e di serie b e se ci si erge a
tutela dei terremotati, lo si fa quando non si è forza di governo, ma anche e
soprattutto quando si hanno ruoli attivi perché il politico la burocrazia la
dovrebbe combattere. È fin troppo facile dire che la norma vieta di fare
qualcosa; se si ravvisa un’ingiustizia nella norma allora quale momento
migliore per un amministratore rivolgersi alle alte sfere governative cercando
di trovare un dialogo?
Abbiamo informalmente sentito alcuni vertici governativi in queste ore e chiederemo di intervenire in via ufficiale per sanare un’evidente disparità di trattamento tra persone che hanno subito tutte e in egual maniera la stessa tragedia. Non troviamo giusto che si venga chiamati in ufficio a firmare un verbale con il quale si invita il terremotato a dichiarare o che restituisce i soldi, o che autorizza il fornitore ad andare a smontare la cucina o a dichiarare che può recuperare dall’abitazione inagibile il mobilio.
Quando nelle sae hanno
consegnato anche il contenuto non ci sembra che sia stato chiesto se avevano un
mobilio per arredarle; allo stesso modo non ci sembra che a coloro che stanno
arredando i nuovi appartamenti adesso legittimamente, venga loro chiesto se
hanno del mobilio da recuperare nella loro abitazione.
Perché
l’Amministrazione Comunale non si pone a tutela di queste persone che hanno già
subito un grave danno, al pari di tutti gli altri terremotati e al pari di
tutti gli altri terremotati dovrebbero essere trattati in egual maniera?
Passiamo
poi ai containers.
La
data del 31.12.2022 si avvicina. Abbiamo letto diverse dichiarazioni rilasciate
dall’Assessore Giombetti relativamente al fatto che la scadenza sia perentoria.
Ci
sono due ordini di questioni:
la
prima è che ci sono delle persone che a seguito di atti politici ben precisi fatti
dall’Amministrazione di cui facevamo parte che citiamo e alleghiamo alla
presente cartella stampa e che a seguito di un’ordinanza altrettanto precisa
della protezione civile, la numero 779
del 20/05/2021 ha previsto
che al fine di garantire l’economicità, l’efficacia e l’efficienza dell’azione
della pubblica amministrazione e per facilitare il rientro alle normali condizioni
di vita, i comuni interessati dagli eventi sismici, soddisfatto il fabbisogno
degli aventi diritto, possono assegnare le strutture realizzate per l’emergenza
al soddisfacimento di altre esigenze non direttamente connesse agli eventi
sismici, secondo modalità e criteri fissati dalla regione territorialmente
competente. Il comune, in attesa di modalità ancora più specifiche, con deliberazione di Giunta n.169 del 02/07/2021,
ha stabilito di assegnare provvisoriamente gli alloggi disponibili o in via di
completamento secondo i seguenti criteri di priorità:
1. Nuclei
familiari ospitati presso l’area container di Tolentino per ragioni legate al
sisma del 2016;
2. Nuclei
familiari, attualmente in cas, che avrebbero avuto la possibilità di presentare
domanda per assegnazione di alloggi sostitutivi sae, ma che non hanno potuto farlo
per scadenza dei termini;
3. Nulei
familiari o soggetti singoli che per ragioni di carattere sociale
opportunatamente evidenziate da relazione dei servizi sociali si trovino nella
necessità di reperire un’abitazione;
4. Nuclei
familiari che devono liberare le abitazioni di cui hanno dimora principale,
abituale e continuativa per lavori di ricostruzione conseguenti al sisma 2016;
5. Nuclei
familiari ospitati presso l’area container di Tolentino per ragioni diverse dal
sisma.
A
questa delibera, che è l’atto politico e la volontà della Giunta di cui
facevamo parte e del Sindaco, sono poi
seguite due determine del funzionario che ne hanno dato corso,
effettuando delle graduatorie in base alle quali si potessero consegnare gli appartamenti
pronti e ancora non pronti.
Immediatamente
dopo, le persone interessate sono state chiamate in ufficio, alla presenza del
solo funzionario, invitate a compilare il documento che alleghiamo alla
presente nota stampa, fatto individuare l’appartamento da assegnare e
consegnata la planimetria dello stesso, che potesse permettere loro di
organizzarsi logisticamente con mobilio e suppellettili.
Le
domande che ci poniamo e che poniamo sono le seguenti:
1) Le
graduatorie saranno rispettate e con esse anche le assegnazioni e le consegne o
saranno fatte variazioni?
2) Le
variazioni, se effettuate, saranno frutto di quali parametri e come saranno
giustificate?
3) Gli
assegnatari degli appartamenti che termineranno dopo il termine di chiusura
dell’area container dove saranno collocati nel frattempo, consapevoli che a Tolentino
si trovano pochissime case e per lo più si trovano ancor meno per un breve
periodo?
4) Come
saranno gestiti coloro che si trovano all’interno dell’area container che hanno
problemi diversi rispetto al terremoto? (la domanda si riferisce alle
dichiarazioni dell’amministrazione comunale la quale sosterrebbe che la Giunta
passata avrebbe mandato in quell’area tutti coloro che cercavano un alloggio,
quando invece è che in alcuni casi la scelta è stata obbligata e non è così
facile dire ad un cittadino che si deve trovare autonomamente un posto, quando
magari è ai margini o ha altri tipi di problematiche e adesso, probabilmente,
se ne renderanno conto da soli).
Teniamo
a precisare che siamo favorevoli alla chiusura dell’area e alla sistemazioni in
luoghi che possano essere chiamati appartamenti, ma chiediamo al Sindaco Sclavi
e alla sua Maggioranza che attendere qualche mese in più, almeno fino alla
consegna delle ultime costruzioni, farebbe comunque centrare un obiettivo, ma
lo farebbe senza speculare politicamente sulla pelle delle persone.
La
vita in un container non è sicuramente quello che ognuno vorrebbe per se stesso
e per la propria famiglia, ma quelle persone non sono state deportate, ma hanno
scelto quella soluzione perché in alcuni casi i proprietari dell’appartamento
dove alloggiavano dopo il terremoto non rinnovavano l’affitto, per esempio, o
in altri casi avevano dei disagi sociali particolari e l’unica alternativa alla
strada era purtroppo quella.
Piano
piano la nostra Amministrazione e il nostro Sindaco stavano cercando di
aiutarli tutti, ma poiché non tutti gli appartamenti in sostituzione delle SAE erano
e sono pronti si riscontravano delle difficoltà al reperimento degli alloggi,
anche a causa dei lavori post sisma.
Inoltre
non vorremmo che queste soluzioni temporanee alle quali il comune spinge
adesso, diventassero poi, loro malgrado, definitive e gli appartamenti ad oggi
assegnati agli stessi venissero dati ad altri, in forza di criteri che secondo
loro sarebbero più oggettivi di quelli adottati da noi, in base sempre al
conforto degli uffici.
Crediamo
poi che sia difficoltoso per alcuni spostarsi da Tolentino: molti di loro non
sono automuniti per esempio; inoltre è vero che tanti terremotati tolentinati
hanno trovato alloggi fuori e noi non crediamo che ci sia la volontà solo di
speculare; crediamo però che in alcuni casi l’integrazione per gli stranieri
sia innegabilmente più difficile e a maggior ragione lo è se si viene trattati
come dei nomadi, benché il c.d. “furbetto” possa palesarsi ovunque e quindi
anche ai containers, ma non è certamente la regola.
Stiamo
parlando di esseri umani e spostarli come se fossero oggetti senza aver
predisposto, almeno al momento, un’alternativa credibile ci sembra una scelta
miope ed inumana che pregiudica i diritti sanciti dalla Costituzione Italiana.
Ad aggravare la situazione c’è il fatto che tutto avverrà nel mese di Dicembre
che ha un significato particolare per i credenti, ma anche per i non credenti e
soprattutto per i bambini.
La nostra è un’opposizione che vuole costruire e al di là delle enormi differenze che ci sono tra il nostro e il loro modo di amministrare la città, tra il nostro e il loro modo di assumersi le responsabilità, ci mettiamo a disposizione per fornire un canale di dialogo con la Giunta Regionale e con il Governo Centrale relativamente alla questione del mobilio e non intenderemo speculare sopra la mancata chiusura dell’Area entro il termine inizialmente annunciato;
capiamo che alle volte si danno date pensando in buona fede che si possa
rispettarle, ma le problematiche pubbliche sono infinite, pertanto non si
arrocchino e utilizzino queste settimane per tranquillizzare quella gente,
dicendo loro che potranno rimanere fino alla consegna dell’appartamento
assegnato e aiutando a trovare un altro luogo a chi, da solo non riesce.
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