Ottima
accoglienza al Politeama per il concerto ‘The Jazz Reunion’, secondo
appuntamento della stagione Jazz che ha visto avvicendarsi sul palco tre
gruppi, ospiti in passato di manifestazioni curate da Tolentino Jazz, e riuniti
per questa occasione in un unico live in cui si è spaziato dalla musica
d’autore al manouche.
L’evento,
organizzato dal Politeama proprio in collaborazione con l’associazione
tolentinate , è stato aperto dal Luca Cipiciani Quintet, formazione umbra che
raggruppa giovani eccellenze e strumentisti già affermati. Il pianista
Cipiciani, accompagnato da Francesco Angeli al sax, Ruggero Bonucci al basso
elettrico, Riccardo Catria alla tromba e al flicorno e Dino Caravello alla
batteria, ha eseguito in anteprima alcuni brani tratti dal suo album di
imminente uscita.
Dopo “Slippery
Climb”, il quintetto ha proposto “Imperfetto”, affascinante jazz waltz cui ha
fatto seguito “Avnod”, composizione dal carattere meditativo con il pianoforte
maggiormente in evidenza le cui suggestioni hanno catturato l’attenzione del
pubblico che non ha mancato di manifestare grande apprezzamento per tutti gli
inediti presentati. I pregevoli brani, nati come volontà di raccontare una
storia, rappresentare una situazione o un contesto, hanno messo in luce una
precisa cifra stilistica dell’autore in cui la complessità armonica si alterna
agli influssi modali e in cui le scelte timbriche hanno sempre un loro peso ed
una precisa intenzione.
Nel realizzare
questa tavolozza di impressioni sonore dagli intenti narrativi Cipiciani, il
cui pianismo è stato sempre ricco e convincente, è stato splendidamente
supportato da tutti i suoi musicisti che in sinergia hanno creato un mood ed
una dimensione di insieme sempre coerente con il suo linguaggio compositivo.
Grande
padronanza tecnica e spessore espressivo hanno caratterizzato tutti gli
interventi solistici: da Francesco Angeli al sax, sempre intenso e coinvolgente
nei suoi soli, a Riccardo Catria, che si è fatto apprezzare anche per le doti
interpretative e la raffinatezza timbrica, fino all’ipnotico e trascinante
basso di Ruggero Bonucci e le accurate miscele ritmiche del batterista Dino
Caravello. Alla fine dell’esibizione il quintetto ha lasciato il posto al MJO
Sax Quartet, formazione di soli fiati capitanato da Stefano Conforti al sax
alto e soprano, con Luigi Colucci al tenore, Giorgio Organtini al sax baritono
e Nicola Luchetti al sax alto.
L’ensemble
marchigiano, quasi una sezione di big band in miniatura, ha proposto
arrangiamenti di brani molto noti come “Serenade to a cuckoo” di Rahsaan Roland
Kirk, mitico polistrumentista non vedente anni degli anni 60, e “Bernie's tune”
di Bernie Miller, oltre a “I know it” scritto proprio per quartetto da Lennie
Niehaus. Gradevolissima la loro performance, ha visto brillare gli strumentisti
per la cura delle dinamiche, il grande swing ed un ottimo gioco di squadra.
Il gran finale
è stato affidato ai Black Cat Manouche, formati da Giammarco Polini alla
chitarra, Claudio Mangialardi al contrabbasso, Mauro Cimarra alla batteria e
Giorgio Organtini al sax baritono, che hanno proposto una serie di standard
rivisitati nello stile di cui fu caposcuola Django Reinhardt. Jazz di gran
classe e sempre accattivante quello proposto dalla prestigiosa band veterana
del genere, che si è arricchita della presenza di un ottimo baritonista come
Organtini, già nel quartetto di Conforti e quindi impegnato in un doppio set,
che si è messo in luce per le notevoli capacità declinando il jazz in tante
diverse sfumature come nello spirito della serata.
Da “There will
never be another you”, fino a “Topsy” e “ Nuages”, entrambe del grande
violinista Reinhardt ,ed al magnifico “Caravan”, è stato un appassionante
viaggio in uno stile intrigante ed intramontabile come il manouche grazie alle
consumate abilità di Polini e dei suoi compagni, che, impeccabili sotto tutti i
punti di vista, sono stati capaci con lui di creare atmosfere d’altri tempi con
interpretazioni personali di grande qualità e alto livello musicale.
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