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Civico22: il futuro è oggi

 


Il prossimo autunno si prospetta complicato. Il PUN, il prezzo di riferimento dell’energia elettrica in Italia, che negli ultimi quindici anni è oscillato tra i 4 e i 9 centesimi di euro a kWh, negli ultimi dodici mesi è salito enormemente. Ad Agosto 2022 il suo valore ha superato i 50 centesimi per l’instabilità geopolitica e la dipendenza energetica del Paese. Andamenti simili si registrano anche per il gas metano.

Secondo l’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente, nel 2023 e 2024 luce e gas continueranno a costare di più del periodo pre-pandemia e con l’attuale tasso di sviluppo delle energie rinnovabili, solo verso la fine del decennio le fonti green permetteranno di abbassarne i prezzi. L’incertezza del mercato, le tendenze speculative e la contenuta crescita delle rinnovabili sembrano quindi mettere in dubbio la ripresa e la vita di imprese e famiglie.

Al netto delle iniziative Europee e nazionali per calmierare i prezzi, diversificare le forniture di gas, promuovere le rinnovabili e stabilire meccanismi di compensazione per i soggetti deboli, sono urgenti soluzioni nuove, inedite che ridisegnino il sistema di produzione, distribuzione e consumo dell’energia anche a livello locale, coniugando questione ambiente, energetica e sociale.

Per questo condividiamo quanto espresso da Massimo D’Este sulla necessità di uno ‘slancio di modernità nel raccogliere questa sfida epocale’ anche per la realtà di Tolentino. Le amministrazioni locali hanno la possibilità di promuovere la massiccia diffusione di forme alternative di provision energetica, dalle comunità energetiche rinnovabili (CER) all’autoconsumo collettivo (AC) per i condomini. Queste sono opzione fattibili che la normativa, pur con qualche incertezza, consente in Italia e sono già diverse le iniziative realizzate.

Nelle Marche la ‘CERossini’ di Montelabbate è il primo esempio di comunità energetica ed altre sono in fase di realizzazione o progettazione a Macerata Feltria, Pieve Torina e Camerino, per citare alcune esperienze che si sono mosse in tale direzione.

Visti i costi dell’energia, realizzare impianti rinnovabili è una soluzione ragionevole ed è ancor più sensata se sviluppati per promuovere modelli energetici diversi dal passato. Oggi, visto anche il trend dei prezzi dell’elettricità, l’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici, ad esempio, non è solo in grid parity (cioè competitiva con le fonti tradizionali anche senza sussidi), ma più conveniente. In tal senso la possibilità di condividere questi impianti tra cittadini, imprese ed amministrazioni pubbliche consente di rispondere alle esigenze energetiche della collettività nel rispetto ambientale e mettendo in campo iniziative per contrasto le povertà (vecchie e nuove) e la partecipazione alla vita democratica della comunità.

Le Amministrazioni locali giocano in questa vera e propria rivoluzione un ruolo determinate, come diversi studi e ricerche hanno ampiamente documentato. Da un lato i Comuni possono agevolare la procedura burocratica di loro competenze per la realizzazione degli impianti e diffondere in modo capillare le informazioni necessarie a stimolando un dibattito che favorisca la consapevolezza di cittadini e imprese sul tema e le opportunità; dall’altro le Amministrazioni possono farsi promotrice di CER potendo anche accedere a finanziamenti dedicati.

Per i Comuni del cratere ad esempio, l’ordinanza commissariale 24 del 30 giugno 2022 ha definito un bando – nell’ambito del Fondo Nazionale Complementare al Pnrr – per la presentazione di progetti, da parte di enti pubblici ed amministrazioni, anche in partenariato con le imprese, per la ‘realizzazione di sistemi centralizzati di produzione e distribuzione intelligente di energia […] anche attraverso comunità energetiche’, con risorse disponibili pari ad € 68.000.000. Il finanziamento per l’acquisto e l’installazione dell’impianto può essere coperto al 100% in caso di costituzione di comunità energetiche.

Le domande potranno essere presentate entro il 30 ottobre 2022 e quindi i Comuni più lungimiranti, con maggiore attenzione al tema, sono oggi certamente avvantaggiati rispetto al recupero di queste risorse, ma anche chi è in ritardo, come Tolentino, può forse ancora farcela.

Tolentino è infatti in una situazione per certi versi felice. E’ socio di maggioranza di una storica società attiva nel settore energetico, la ASSM, con alcuni impianti di produzione e la proprietà della rete di distribuzione comunale. Sono quindi presenti risorse e competenze da mettere subito al lavoro per vagliare le opportunità. Una comunità energetica più partire anche solo con due soggetti (amministrazione e una impresa o un condominio) per poi ampliare il numero dei suoi componenti.

Le CER possono anche coinvolgere soggetti che hanno attivato impianti in passato partecipando alla comunità energetica per una quota parte importante, ampliando così l’energia da condividere. Per quanto possibile, può anche essere vagliata la possibilità di incidere sui costi di rete che ricadono sulle bollette, vista la proprietà della stessa da parte del Comune, o di attivarsi per un confronto con i fornitori di energia in cui l’Amministrazione ha un ruolo per iniziative di contenimento dei rialzi dei prezzi.

A questo si aggiunga come la stessa ASSM può giocare un ruolo di volano nel territorio, poiché diversi centri limitrofi sono soci. Va valutata ad esempio la possibilità di rendere l’azienda attiva nel settore delle comunità energetiche offrendo servizi per le stesse ed attivandosi come facilitatore di CER. In più, come noto, i Comuni sotto i 5.000 abitanti possono accedere anche ai fondi del Pnrr per le comunità energetiche e ciò consentirà a centri come Belforte, Camerino, Serrapetrona e altri, di accedere a risorse importanti. In questi Comuni, soci della ASSM, l’azienda potrebbe attivarsi per rispondere alla sfida che dovremo affrontare.

Alcune importati risorse finanziarie sono quindi presenti, così come le competenze. Va pertanto attivato immediatamente un tavolo tecnico e politico perché il futuro è oggi e i problemi energetico-ambientali sono ormai così evidenti e pressanti che serve uno slancio coraggioso verso soluzioni che possono apparire limitate o lontane. Solo una visione ampia, lungimirante può infatti immaginare un domani diverso che va costruito oggi, al di là degli interventi tampone che pur sono necessari.

 

Ivano Scotti, sociologo dell’ambiente e del territorio, docente presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell'Università di Napoli Federico II e membro di Civico 22

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