Se la cultura
è un bene comune e condiviso, perché a Tolentino è appannaggio di pochi? Viviamo
in una città dove la maggior parte degli eventi culturali, musicali, sportivi è
gestita in maniera del tutto personalistica, senza un regolamento che indichi
con chiarezza i criteri di accesso ai contributi per le associazioni, che sono
il vero motore della cultura tolentinate, e che si ritrovano a dover bussare
alla porta del rappresentante di questo o quel partito per veder realizzare i
propri progetti.
Questo
perpetuo modo di fare, si riflette a cascata in tutto ciò che concerne la
gestione della cultura a Tolentino: la rete museale affidata ad una sola
associazione, una Pro Loco di fatto inattiva rispetto ad esempio all’accoglienza
turistica, un’amministrazione che realizza eventi sporadici e scollegati,
affidati ad associazioni provenienti da fuori provincia o addirittura fuori
Regione, con poca chiarezza sul processo di selezione.
Insomma una
totale mancanza di visione su che cosa significa ‘fare cultura’ in una città
che ha delle potenzialità ad oggi completamente inespresse. Questo modo di
agire deve cambiare, è necessario che la meritocrazia, la competenza,
l’esperienza e la passione tornino ad essere gli unici criteri per la gestione
delle attività culturali e che ci sia veramente spazio per i più giovani,
affinché realizzino i propri progetti nella loro città.
Come
Coalizione di centro sinistra ‘Tolentino città aperta’ e come ‘Civico22’
abbiamo le idee chiare su cosa fare e su cosa intendiamo per una cultura
differente, eccone alcune tra le più significative: l’amministrazione non deve
organizzare eventi ma promuovere l’attività, l’intelligenza e la creatività
delle realtà tolentinati. Gestire tutto e tenere tutto sotto controllo non può
essere una strada percorribile. Il Comune deve essere un facilitatore di eventi
e non può pensare di mettere il cappello su tutto, al fine di garantire una
varietà di eventi.
Vogliamo
valorizzare il patrimonio storico-culturale della città mediante ad esempio il
censimento e la ricognizione dei beni spostati dopo il terremoto del museo,
dell’Archivio Storico e della Biblioteca. Vogliamo ricostruire un polo museale,
con personale qualificato che abbia conoscenza delle collezioni in esso
racchiuse e delle molte informazioni sullo stato effettivo e i nuovi livelli
minimi di qualità richiesti ai musei.
Inoltre
puntiamo al sostegno concreto delle realtà culturali che hanno arricchito il
nostro territorio e fanno parte del patrimonio culturale locale irrinunciabile,
a partire dalle tante associazioni e scuole che ogni anno, nonostante le
difficoltà, promuovono eventi e attività, come la Biennale dell’umorismo.
E’ stata ad
esempio estratta la documentazione comunale relativa alla convenzione tra
Teatro Vaccaj, Compagnia della Rancia e AMAT; alla luce di quanto avviene in
altre realtà comunali si lancia una proposta di convenzione che renda l’accesso
e l’utilizzo del Teatro Vaccaj più agevole.
Cultura come
partecipazione attiva con la creazione di una fitta rete di relazioni tra le
persone e tra le associazioni. La spesa per la cultura deve diventare spesa di
investimento, alimentando il motore per una comunità più consapevole, aperta,
inclusiva, insomma di tutti.
Da Mauro Mogliani Civico 22
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