La carta come
mezzo congeniale di espressione artistica, essa è per Paolo Gubinelli la
superficie ideale, lo spazio più ricettivo, il campo di battaglia e la materia
più duttile per un corpo a corpo con il linguaggio espressivo. Dal 2 al 30
aprile il Politeama di Tolentino ospita la mostra Segni di Luce, dedicata
all’opera di Paolo Gubinelli. L’ esposizione è a cura di Paola Ballesi ed è
organizzata in collaborazione con CESMA Centro Studi Marche.
Carta piegata,
incisa, tagliata, segnata, disegnata, colorata, graffiata, piagata, illuminata,
oscurata, ombrata: “E’ con essa - spiega Paola Ballesi - che l’artista gioca
una partita lunga una vita perché c’è in palio il trofeo dell’immaginazione
creativa che sfonda il muro della consuetudine e dell’acquietamento nell’abitudine
per liberare il propellente energetico fatto di segni e significati, sogni e
costrutti, le impalcature culturali che muovono il mondo”.
La carta è
infatti nel DNA dell’artista, e non poteva essere altrimenti, nato a Matelica
la città che, insieme a Pioraco, fa parte del più importante distretto della
carta dell’Italia centrale il cui storico centro nevralgico è la più famosa
Fabriano. Dunque fin dagli esordi nella seconda metà degli anni ’60, Paolo
Gubinelli, imposta la sua ricerca facendola virare dal più tradizionale
supporto della tela al materiale cartaceo che sente congeniale ed adatto per
approfondite indagini sulle incidenze della luce nelle sue infinite varianti e
sull’articolazione dello spazio nelle sue molteplici relazioni strutturali.
Paolo
Gubinelli scopre giovanissimo l’importanza del concetto spaziale di Lucio
Fontana che determina un orientamento costante nella sua ricerca. Nella sua
attività artistica è andato molto presto maturando, dopo esperienze pittoriche
su tela o con materiali e metodi di esecuzione non tradizionali, un vivo
interesse per la ‘carta’, sentita come mezzo più congeniale di espressione
artistica: in una prima fase opera su cartoncino bianco, morbido al tatto, con
una particolare ricettività alla luce, lo incide con una lama, secondo
strutture geometriche che sensibilizza al gioco della luce piegandola
manualmente lungo le incisioni. In un secondo momento, sostituisce al
cartoncino bianco, la carta trasparente, sempre incisa e piegata; o in fogli,
che vengono disposti nell’ambiente in progressione ritmico-dinamica, o in
rotoli che si svolgono come papiri su cui le lievissime incisioni ai limiti
della percezione diventano i segni di una poesia non verbale.
Nella più
recente esperienza artistica, sempre su carta trasparente, il segno geometrico,
con il rigore costruttivo, viene abbandonato per una espressione più libera che
traduce, attraverso l’uso di pastelli colorati e incisioni appena avvertibili,
il libero imprevedibile moto della coscienza, in una interpretazione tutta
lirico musicale. Oggi questo linguaggio si arricchisce sulla carta di toni e di
gesti acquerellati acquistando una più intima densità di significati. Ha
eseguito opere su carta, libri d’artista, su tela, ceramica, vetro con segni
incisi e in rilievo in uno spazio lirico-poetico. Importante è il connubio con
l’imprenditore Vittorio Livi della FIAM di Pesaro, che ha realizzato in vetro
diverse opere di Gubinelli.
Nato a
Matelica nel 1945, vive e lavora a Firenze. Dopo il diploma presso l’Istituto
d’arte di Macerata, sezione pittura, continua gli studi a Milano, Roma e
Firenze come grafico pubblicitario, designer e progettista in architettura.
Conosce e stabilisce un’intesa di idee con gli artisti e architetti: Giovanni
Michelucci, Bruno Munari, Ugo La Pietra, Agostino Bonalumi, Alberto Burri,
Enrico Castellani, per citarne alcuni. Partecipa a numerose mostre personali e
collettive e le sue opere sono esposte nei maggiori musei in Italia e
all’estero.
Nel 2011 è
stato ospite della 54° Biennale di Venezia Padiglione Italia presso L’Arsenale
invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra, con l’installazione di
n. 28 carte cm. 102x72 accompagnate da un manoscritto inedito di Tonino Guerra.
Sono stati pubblicati cataloghi e riviste specializzate, con testi di noti
critici come Giulio Carlo Argan, Giovanni Maria Accame, Cristina Acidini,
Mariano Apa, Paola Ballesi, Mirella Bandini, Carlo Belloli, Vanni Bramanti,
Mirella Branca, Anna Brancolini, e molti altri.
L’inaugurazione
della mostra è prevista per sabato 2 aprile alle ore 17,30, oltre all’artista
Paolo Gubinelli e alla curatrice Paola Ballesi, interverranno il Presidente
Franco Moschini, la Presidente Emerita del Cesma Rosanna Vaudetti e la
Direttrice del Cesma Pina Gentili.
La mostra sarà
visitabile dal lunedì al venerdì dalle ore 17 alle ore 20, con ingresso libero.
Tutte le attività del Politeama si svolgono nel rispetto delle normative per il
contrasto del Covid-19, ingresso consentito ai possessori del Green Pass ‘rafforzato’.
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