Falegname,
ebanista, restauratore di mobili antichi, pittore, scultore e designer, Mario
Capponi è stato un artigiano d’alta scuola che ha utilizzato il materiale di
elezione – il legno – sia in senso proprio che secondo un ‘riuso in soggettiva’
consegnandosi alle avventure dell’arte. Il Politeama e rende omaggio al grande
artista con una mostra dal titolo ‘Mario Capponi artista artigiano 1937-2005’,
che sarà visitabile dal 29 gennaio 27 febbraio, con ingresso libero.
Il percorso
artistico di Mario Capponi si snoda lungo lo sfumato confine in cui si
incontrano artigianato ed arte, travasando dati ed esperienze da un contesto
all’altro in modo sempre nuovo e creativo, affermandosi con tutta a maestria di
una pratica tramandata, unita alla forza dell’immaginazione e dell’invenzione.
La padronanza delle materie e delle tecniche, la straordinaria abilità manuale,
la non comune capacità di lavoro, la finezza di gusto e lo slancio creativo
fanno di questo artista “ritrovato” una testimonianza eloquente dell’ethos che
ci accomuna e una delle espressioni più alte del talento delle Marche.
Mario Capponi
nasce a Montecosaro (Macerata) il 1° dicembre 1937. Falegname come suo padre
Siro, nel 1972 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Macerata, nella
sezione Pittura sotto la guida di Remo Brindisi, respirando il clima vivace e
fecondo della ricerca aperta e sperimentale che in quegli anni faceva di tutta
la città, con le sue iniziative artistiche, un laboratorio di punta dell’arte
contemporanea.
Nascono in
questo periodo le sculture ‘a incastro’, con l’utilizzo di tecniche di
giunzione dell’industria primitiva del legno – l’incastro a coda di rondine o a
farfalla – in cui la poetica primitiva viene interpretata in chiave post
cubista e costruttivista. Allo stesso periodo e allo stesso universo formale
appartiene una raffinatissima serie di pitture geometriche dallo spazio
rarefatto e dalle forme essenziali su cui si addensano inserti materici e
mimetici, fregi numerici, intrecci segnici.
Negli anni ’80
la statica cubista trapassa nella dinamica futurista con le sculture ‘a
raggiera’ o a ventaglio. Forme plastiche libere, aeree, mobili, aperte allo
spazio e alla luce, da cui nascono progetti di sculture per spazi aperti e
progetti di design d’interni e di arredo urbano. Negli anni ’90 torna a
frequentare la pittura, a cui si dedica quasi esclusivamente.
Attraverso la
lezione esemplare di Alberto Burri, l’artista riepiloga la tradizione del
collage, dell’informale materico, e dell’Espressionismo astratto,
l’approvazione pop degli oggetti e delle immagini della comunicazione e del
consumo. Con slancio inventivo e con soluzioni di volta in volta inedite, come
nella serie dei telai, Mario Capponi è rimasto fedele per materiali e per
tecniche al mondo della falegnameria, dell’ebanisteria e del restauro. Muore il
3 luglio 2005.
La mostra sarà
visitabile con ingresso libero dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 20, la
domenica dalle 17 alle 20. Tutte le attività del Politeama si svolgono nel
rispetto delle normative anti Covid-19, l’ingresso è consentito esclusivamente
ai possessori del Green Pass ‘rafforzato’.
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