Si è conclusa la maratona di Biumor che
ha animato per 4 giorni la città di Tolentino divenuta questa settimana centro
del pensiero culturale attorno alla riflessione filosofica sull’invidia, tema
del concorso a cui hanno partecipato oltre 300 artisti da tutto il mondo. Un
successo di critica e di pubblico viste le oltre 1500 presenze che hanno
riempito con 3 sold out il teatro Nicola Vaccaj e al massimo della capienza
anche il Politeama negli appuntamenti del pomeriggio. Sabato la serata
conclusiva che ha visto protagonista del palco del massimo teatro cittadino il
tributo al Maestro Franco Battiato assieme alla Band di Popsophia Factory e con
Lucrezia Ercoli e la speaker radiofonica e scrittrice Noemi Serracini.
Un viaggio mistico e spirituale all’interno dei testi di Franco Battiato, dagli esordi di Fetus, verso il percorso di evoluzione culminato in “Testamento” vera eredità morale ed etica del cantautore siciliano. Soddisfazione da parte degli organizzatori per la riuscita pur fra le difficoltà segnate dal periodo pandemico: “Nonostante il tema insidioso e le imprevedibilità determinate dal Covid siamo riusciti in sicurezza a offrire una proposta culturale ricca come non mai –ha spiegato Evio Hermas Ercoli – due mostre, 4 giornate di festival, 12 ospiti, 2 philoshow, una serata di premiazione del concorso con artisti arrivati da tutta Italia.
Ma non
è solo una questione di numeri. Credo che davvero il tema abbia permesso di
compiere un’operazione culturale e offrire spunti e temi di riflessione che
potranno essere portata avanti. Penso al lavoro di Zagreus e all’indagine sulle
scuole e sulla scaramanzia che meriterebbero da soli un approfondimento. Una
collaborazione quella con le scuole che è sfociata anche nella partecipazione
delle ragazze del coreutico al festival e che ci rende orgogliosi di come la
città ha risposto alle nostre sollecitazioni”.
Novità assoluta è stata rappresentata dal philoshow dedicato a Raffaella Carrà, data zero della produzione di Popsophia: “abbiamo portato a Tolentino questa nuova produzione realizzata assieme alla band Factory e siamo molto contenti della risposta avuta dal pubblico – ha aggiunto Lucrezia Ercoli direttrice artistica di Popsophia.
Il
fenomeno mediatico di Raffaella Carrà spesso viene ricordato solo per
trasmissioni come Carramba che sorpresa o per Pronto Raffaella, crediamo che lo
spettacolo riesca invece a rendere merito al modello iconico e alla rivoluzione
messa in atto dalla showgirl. Biumor è stata l’occasione migliore per
sperimentare e per osare, per andare oltre che è la cifra delle serate di
Popsophia”.
Ma il pomeriggio si era aperto centrando il tema della discussione attorno a cui hanno ruotato i 4 giorni tolentinati: l’invidia. I dirigenti degli istituti scolastici di Tolentino, istituto di istruzione superiore Filelfo, istituto comprensivo Lucatelli e Don Bosco, hanno illustrato i risultati del sondaggio diffuso fra un campione di ragazzi appartenenti alle scuole superiori e alle medie.
Un sondaggio famoso, elaborato negli anni ’80 dall’istituto di antropologia di Perugia per studiare la persistenza della superstizione nella valle del Chienti. Sorprendentemente i risultati hanno mostrato che nulla rispetto a 40 anni fa è cambiato e il pensiero magico e superstizioso che ci fa leggere gli oroscopi e pensare di riuscire a capire se qualcuno da dietro ci sta guardando ancora sopravvive in quasi la metà della popolazione di giovani e giovanissimi.
“Sorprende la quasi
totale omogeneità delle risposte nelle due fasce di età – ha sottolineato il
dirigente del Filelfo Donato Romano- il 78% degli intervistati è convinto che
qualcuno nasca fortunato e addirittura il 61% del campione nelle scuole
superiori e il 59% di quello delle medie è convinto che se le cose vanno bene
l’invidia degli altri possa nuocerci”.
E proprio la persistenza della superstizione e le credenze in materia di occhio cattivo o “malocchio” sono stati al centro dell’intervento di Fabio Camilletti, docente e scrittore che ha illustrato come da Aulo Gellio fino ai giorni nostri la letteratura racconti episodi di quelle meraviglie prodigiose di cui non riusciamo a spiegare l’esistenza.
Il malocchio come pratica da parte di persone che solo nominando o lodando le doti altrui ne provocano nocumento è presente nelle popolazioni africane come nella valle del Chienti e quella forma colloquiale che ancora oggi si usa “gnenoccia” è legata proprio alla maternità nelle popolazioni rurali quando per toccare un bambino appena nato era necessario pronunciare la formula per non far attirare su di lui il male.
La scrittrice Marta Zura
Puntaroni col suo stile colloquiale e diretto ha raccontato invece l’invidia
fra scrittori: “Virginia Woolf, nel parlare di James Joyce autore con cui ha
molto in comune e verso cui proverà sempre un sentimento ambivalente di
insofferenza e stima penso abbia tirato fuori la mia espressione preferita:
descrive l’Ulisse come “il lavoro di uno schifoso studente che si gratta i
brufoli”.
Il gran finale è affidato al philoshow dedicato a Franco Battiato. La serata al Vaccaj si è aperta con i saluti del vicesindaco Silvia Luconi e dell’assessore Silvia Tatò: “Abbiamo avuto il pubblico delle grandi occasioni, spettatori provenienti da tutta la provincia e da tutte le Marche per tre sold out che non dimenticheremo. Finalmente abbiamo ritrovato il teatro pieno e per eventi di assoluta qualità.
Un evento di cui
andiamo fieri e orgogliosi. Abbiamo visto l’impegno e la passione che Lucrezia
e Hermas Ercoli hanno profuso per farla così bene da renderla indimenticabile.
E con ancora negli occhi l’evento della Carrà immagino di rivederlo questa
estate in piazza ed è un impegno che porteremo avanti”.
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