"Dopo la sospensiva del Tar dell'ordinanza
fatta dalla Regione Marche, ho ritenuto opportuno fare un'ulteriore ordinanza
con nuove motivazioni, rafforzate dal fatto che ci sono stati nuovi casi, sino
alle 24:00 di sabato con le stesse disposizioni e misure dell'ordinanza
precedente".
Lo ha dichiarato il presidente della regione Marche Luca
Ceriscioli, che aggiunge: "I casi positivi nella nostra Regione sono
diventati sei". Dunque, confermata
la chiusura di scuole e musei nonché la sospensione di tutte le manifestazioni
pubbliche sino alla mezzanotte di sabato 29 febbraio.
Però il Tar delle Marche, con decreto urgente del
suo presidente, ha sospeso in via cautelare l'ordinanza con la quale la Regione
aveva disposto la chiusura di scuole, musei, e inibito tutte le manifestazioni
pubbliche di qualsiasi natura sino alle ore 24 del 4 marzo prossimo al fine di
contrastare la diffusione del coronavirus.
Nel decreto presidenziale si dà rilievo alla
circostanza che non sussistevano, al momento di emissione dell'ordinanza
regionale, casi accertati di contagio nelle Marche, ma solo rischi relativi
alla prossimità del territorio marchigiano con la regione Emilia Romagna in cui
erano stati rilevati casi confermati di contagio da COVID-19.
Si legge, infatti, come "la legittimità del
provvedimento amministrativo deve essere valutata, in sede giurisdizionale,
alla stregua della situazione di fatto e di diritto sussistente al momento
della emissione, risultando irrilevanti le sopravvenienze". Ciò significa
che, nonostante nelle Marche - ad oggi - vi siano tre casi di Coronavirus (uno
accertato e altri due positivi ai tamponi), l'ordinanza del presidente
Ceriscioli perde in ogni caso di efficacia visto che al momento della sua
pubblicazione (25 febbraio) non vi erano ancora casi accertati di Covid-19.
Commenti
Posta un commento