Nell'ordinanza
con cui il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli ha disposto la
chiusura di scuole e musei nonché la sospensione di tutte le manifestazioni
pubbliche sino alla mezzanotte di sabato 29 febbraio, è stato diramato anche
l'aggiornamento sui casi positivi da Coronavirus nel territorio marchigiano.
Il primo caso
accertato risale al 25 febbraio, nella Provincia di Pesaro-Urbino ed è l'unico
confermato dall'Istituto Superiore di Sanità. Il 26 febbraio si sono si sono
verificati altri 2 casi positivi da malattia infettiva COVID-19, sempre nella
Provincia di Pesaro-Urbino, in attesa di conferma.
Nella giornata di oggi (27
febbraio) si registrano altri tre casi, sempre in attesa di conferma
dall'Istituto Superiore di Sanità. Dei 6 pazienti
positivi, due risultano ricoverati in Rianimazione. Inoltre, sono state messe
in isolamento domiciliare fiduciario ben 94 persone di cui 34 sintomatici
distribuiti nelle Provincie come di seguito: 41 nella Provincia di
Pesaro-Urbino, 20 nella Provincia di Ancona, 17 nella Provincia di Macerata, 5
nella Provincia di Fermo ed 11 nella Provincia di Ascoli Piceno.
Si ritiene che
i coronavirus causino una percentuale significativa di tutti i raffreddori
comuni negli adulti e nei bambini. I sintomi che si riscontrano più
frequentemente sono febbre e adenoidite acuta con maggior incidenza durante l’inverno
e l’inizio della primavera.
In molti casi i coronavirus possono causare
polmonite, polmonite virale diretta o polmonite batterica secondaria; inoltre
possono portare anche allo sviluppo di bronchite, bronchite virale diretta o
bronchite batterica secondari.
Le riviste
scientifiche Science e Nature hanno raccolto i pareri di virologi ed epidemiologi,
molti dei quali parlano di una nuova fase dell’epidemia in cui difficilmente
potremo evitare una diffusione su larga scala: “Tutti probabilmente no, ma se,
come stiamo vedendo, la diffusione del virus non si estinguerà a livello
mondiale, Sars-CoV-2 potrà diventare endemico, cioé circolerà nella popolazione
e dovremo farci i conti ad ogni stagione, come succede con l’influenza e i
raffreddori. E’ difficile credere che un virus così contagioso possa sparire da
solo”, prevede Pierluigi Lopalco, professore di Igiene all’Università di Pisa.
Covid-19, è bene ricordare che a livello internazionale, nell’80-90% dei casi
si manifesta con sintomi lievi, simili all’influenza; nel 15% dei casi è
richiesta un’ospedalizzazione mentre tra 4-5% dei casi è indispensabile la
terapia intensiva.
Tuttavia dagli ultimi dati diffusi dalla Regione Lombardia
emerge un rapido incremento delle ospedalizzazioni e di situazioni
particolarmente gravi. Quel che preoccupa è piuttosto che la popolazione
italiana, a differenza di quella cinese, ha un’età media più elevata: ci sono
molti anziani, più suscettibili alla nuova malattia.
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