La figura di Norberto Bobbio è al centro
di uno dei lavori più affascinanti di Maurizio Galimberti, che sarà messo in
mostra a Biumor 2019. “Elogio della tolleranza, ritratto di Norberto Bobbio”,
sarà aperta dal 21 al 23 novembre al Politeama di Tolentino.
Il raffinato fotografo, maestro indiscusso
nell'uso della Polaroid e nel suo utilizzo in particolari mosaici, ha avuto con
il filosofo e politologo un rapporto eccezionale. Bobbio è stato uno dei
protagonisti dei lavori dell'artista, con Galimberti che ha sempre prediletto
soggetti dalla forte personalità. Fonti inestimabili da raccontare mediante
l'occhio delle istantanee.
A Biumor 2019 si parlerà proprio di
Bobbio a 110 anni dalla sua nascita, per ricordare chi ha lasciato un segno
indelebile e significativo nella storia culturale del nostro Paese. Dedicandone
uno spazio alla memoria, l'intento è quello di mettere a fuoco gli scatti di
Galimberti, già altre volte ospite d'onore di Popsophia.
Proprio nel 2015, nelle giornate di
#Oppureridi al Castello della Rancia, il fotografo aveva infatti realizzato,
con la sua tecnica ritrattistica, un mosaico di polaroid dal vivo. Quel modus
operandi che lo ha reso di respiro internazionale (si pensi ai sui ritratti di
Johnny Depp o Lady Gaga). Questa performance è stata preludio alla mostra del
2015 dedicata al suo incontro giovanile con la scrittrice Lalla Romano. Un
evento nell'evento a #Oppureridi.
Ma Galimberti è legato a Tolentino da un altro
grandioso progetto, “San Nicola ReMade”. Circa 80 opere, tra mosaici e big
polaroid, realizzate dal fotografo all'interno della Basilica di San Nicola di
Tolentino. Un progetto artistico-documentario voluto dal mecenate e
collezionista Alberto Marcelletti, e patrocinato dal Comune di Tolentino, per
sensibilizzare l’opinione pubblica sui danni riportati dalla Basilica a seguito
del terremoto.
“Galimberti è un narratore intimo – ha
sottolineato la direttrice di Popsophia Lucrezia Ercoli – che con la sua
tecnica riesce a cogliere ogni scorcio d'emozione che si cela dietro ad un
volto. L'utilizzo di un mezzo “analogico”, diventa nelle mani del fotografo uno
strumento per esplorare gli angoli più reconditi dell'anima. Quelli che
sfuggono ancora alle moderne tecnologie di realtà virtuale. E chissà se
riusciranno mai a raggiungerli”.
“Elogio della tolleranza” è reso
possibile grazie alla collezione di Alberto Marcelletti, mecenate con attento
occhio artistico.
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