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A Fiastra l’inaugurazione della 'Casa della Comunità' realizzata dalle Acli


E’ stata inaugurata venerdì 27 settembre la casa in legno che le Acli Nazionali e le Acli provinciali di Macerata hanno realizzato per la comunità di Fiastra presso l’auditorium con la tavola rotonda ‘Ricostruiamo: Quali comunità? Attese e speranze delle popolazioni, una sfida a tre anni dal sisma’. 

Lanfranco Norcini Pala, direttore di farebene.info, è stato il moderatore dell’evento dando inizialmente la parola alle autorità intervenute. Il primo saluto è stato del Sindaco di Fiastra Sauro Scaficchia che ha fatto gli onori di casa dichiarando di essere emozionato per l’inaugurazione del pomeriggio ed ha ringraziato le Acli di Macerata e le Acli Nazionali per aver donato alla comunità di Fiastra un luogo dove poter ripartire tornando a fare vita di comunità. Ha poi presentato a tutti i presenti presenti la squadra di psicologi che hanno assistito i suoi concittadini nell’immediato post terremoto.   

La parola è poi passata a Claudio Castelletti, Vicepresidente Comunità montana Marca di Camerino ed ex-sindaco di Fiastra, che ha messo in evidenza la solidarietà della gente nei confronti degli abitanti di Fiastra fin di primi minuti del terremoto partendo dai soccorritori, a semplici volontari venuti dai paesi vicini per aiutare a sgombrare dalle macerie. 

Il presidente regionale delle Acli delle Marche Maurizio Tomassini ha sottolineato come si senta orgoglioso dell’intervento del nazionale e del provinciale perché la bellezza del territorio merita un recupero partendo dalle professionalità presenti. 

Al termine dei saluti è toccato a Roberta Scoppa, presidente provinciale Acli di Macerata, introdurre i lavori della tavola rotonda. Ha spiegato come la struttura che le Acli hanno voluto donare a Fiastra vuole essere un luogo per far incontrare le persone perché  in questo momento servono le case ma soprattutto serve ricostruire le comunità: 

“Bisogna non perdere le tradizioni e la cultura, ed oggi con questa tavola rotonda vogliamo parlare di quali comunità costruire in questi territori colpiti dal terremoto. Abbiamo incontrato l’esigenza del comune di Fiastra perché l’insegnate Silvia Pantaloni si è rivolta ai nostri servizi mentre con la sede  nazionale programmavamo la costruzione di una struttura grazie ai fondi del 5 per mille delle Acli.  
La casa che doniamo vuole essere un riferimento per la comunità di Fiastra; un centro di comunità,  una piazza di cittadinanza attiva dove tutti possono ritrovarsi e stare insieme”. 

Ha poi concluso la sua introduzione sottolineando che la bellezza di fare qualcosa qui ed inaugurarla con una tavola rotonda è stata una cosa fortemente voluta perché i territori terremotati del maceratese sono quelli meno alla ribalta ma i problemi ci sono e sono tanti. 

L’assessore della Regione Marche, Angelo  Sciapichetti, ha esordito dicendo che bisogna ricostruire la speranza da quello che abbiamo già.  Purtroppo nelle Marche circa 45.000 edifici civili sono da ricostruire e se non si ricreano le condizioni per ricostruire rapidamente, i territori sono destinati a vuotarsi. Anche lui mette in evidenza che sarà fondamentale ricreare condizioni occupazionali e creazione di lavoro, incentivare l’imprenditoria soprattutto per chi viene a portare lavoro in questi luoghi: “Dobbiamo lavorare insieme e ricostruire la coesione sociale”. 

Stefano  Tassinari,  Vice  presidente  nazionale  Acli,  ringrazia  perchè  questi  territori  dimostrano  coraggio, resistenza e rabbia. Ciò che ritiene fondamentale è la rivalutazione dell’Appennino e della sua importanza: “Saremo un paese ponte nel mondo se saremo in grado di ripensare alle nostre aree interne pensando che l’Appennino è un punto importante del nostro paese in quanto a cultura e produzione. Bisogna capire quanto il paese ha bisogno di queste territori perché se non lo capisce, il modello italiano salta completamente”. 

Il Coordinatore degli ambiti territoriali XVI, XVII e XVIII riferisce come 22.000 persone nei suoi ambito sono state colpite dal sisma e che il  74% di persone è stata fuori casa. Con i suoi assistenti sociali ha rilevato come il terremoto ha messo a dura prova la serenità delle famiglie con aumenti di litigi. 

In questi anni sono rimaste colpite principalmente le persone più fragili come gli anziani che hanno meno strumenti e magari sono state ospiti di strutture trovandosi non capaci di essere autonome al ritorno. Ci si aspettava un rafforzamento di organi sovracomunali come gli ambiti  perché si poteva fare una programmazione più efficace, ma non è stato fatto. 

L’ultimo  intervento  è  stato della prof.ssa Paola Nicolini, docente di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione dell’Università di Macerata, che sottolinea come l’importanza della rete è fondamentale in quanto le reti valgono e le persone devono esserne al centro. Grande ruolo è stato li insegnanti hanno retto il tessuto sociale. 

Per questo è necessario che si pensi a scuole che mantengano i bambini in questo territorio perché “quello che non investiamo all’andata, poi ce lo troviamo al ritorno. Noi abbiamo già un modello di sviluppo...non bisogna inventarsi un modello alternativo perché questi erano già luoghi di benessere. Ci sono già delle attrattive che basta rivalutare senza fare chissà quali spese”. 

Prima delle conclusioni è intervenuto in maniera molto concreta il Vescovo di Camerino, mons. Massara, che ha detto che “se si ricostruiscono le chiese ma la gente se ne va,a cosa serve? La cosa peggiore è che non c’è concertazione: se non si fa un lavoro di insieme non si va da nessuna parte e chi ci va di mezzo è la gente che non ne può più”. 

Le conclusioni sono spettate al Presidente nazionale delle Acli Roberto Rossini, che afferma che “le ricostruzioni spesso diventano elemento di identità e di riscatto delle città e che la ricostruzione morale deve essere per forza accompagnata dalla ricostruzione fisica:da li nasce l’idea dello sviluppo e della speranza. 

La ricostruzione fisica si porta dietro l’idea della ricostruzione morale! Noi possiamo fare uno sviluppo tenendo conto che può essere differenziato e non c’è solo l’industria per esempio; ci può essere anche molto altro. A seconda dei propri talenti, il territorio si sviluppa in ogni singolo aspetto. 

Il modello di sviluppo è la questione che ci si deve porre in questi anni e voi, a seguito di questa tragedia, ve lo dovete porre in modo importante ed urgente non dimenticandovi del passato, facendo  memoria del passato. Infatti, il modo in cui negli anni siamo usciti dalle tragedie ci deve dare la speranza verso il futuro. 

Non c’è un modello perfetto e finito ma noi delle Acli ci poniamo l’obiettivo di starci dentro con voi; stare in mezzo alla gente e contribuire a costruire un dialogo ed una ricostruzione del tessuto sociale dei luoghi del terremoto”.

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