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Esclusiva: Quella proposta da Antonio Raia non è la ‘solita’ musica. Asylum un album da .. vivere

Ancona - Certamente quella proposta da Antonio Raia non è la ‘solita’ musica, le atmosfere sono davvero particolari e proiettano l’ascoltatore in un mondo di sonorità completamente nuove:

C’è un sax che interpreta questa musica ‘importante’ vero Antonio?


Sì, un sax tenore, non so se stiamo parlando di musiche importanti o meno, per me la musica ha un valore che va oltre le etichette. Capisco che oggi un disco di solo sax come lo è Asylum possa essere etichettato come "altre musiche"ma io non amo le barriere di categorizzazione. A riguardo ci sono due libri che consiglio: "Studiare la popular music" di R. Middleton e " L'improvvisazione" di D. Bailey.

L’ascoltatore, colui che ama la tua musica, lo potresti descrivere in qualche modo?

Per me il pubblico si differenzia solo tra chi 'sente' e chi 'ascolta', basta che il soggetto che sta dall'altra parte partecipi alla musica, diciamo così, come fruitore attivo e non passivo.

Quindi possiamo dire che la musica di Antonio Raia è da vivere; tra l’altro il sax è anche accompagnato da elettronica vero?

La persona che cura la parte elettroacustica si chiama Renato Fiorito. Se per l'album, totalmente in acustico, ha curato la fonica e la registrazione con 10 microfoni per catturare i riverberi naturali, nei live spesso siamo in duo con Fiorito che suona l'elettronica fatta di droni e paesaggi sonori


Mi fai venire in mente un mio esperimento nella registrazione di un concerto realizzato live in una chiesa a Sant’Elpidio a Mare con l’utilizzo di vari microfoni..

Luca, l’intenzione è proprio quella, recuperare un numero di microfoni giusto per la cattura dello spazio, proprio per riportarlo all’ascoltatore come se stesse con me in quel momento.

La tua carriera è iniziata a Napoli oppure hai cominciato subito a frequentare città diverse, teatri, studi ecc. ?

Tutto è partito da questa città che continuo a scegliere con grande amore come mia sede, nonostante gli impegni mi portino a girare per l'Italia intera e per l'Europa. Credo molto nel lavoro fatto co amore, con tantissima dedizione, ricerca e sacrificio.
 
Come puoi spiegare la scelta del titolo Asylum?


Asylum fa riferimento ai luoghi della follia, messaggio sugl'asili politici, alla scuola dei bambini, ed è un ringraziamento all'Asilo Filangeri che ha ospitato le registrazioni nel refettorio dell'ex orfanotrofio.

Antonio Raia con Asylum vuole proprio accogliere l’ascoltatore nel suo progetto..

Per me la relazione vince sempre sulla connessione. Immagino poi che ogni lavoro creativo si auguri di esser per molti. Confrontarsi, parlarsi, scontrarsi e ricongiungersi anche nello scegliere di esser distanti è la strada che preferisco.

Tante le tue partecipazioni, tra queste anche nomi prestigiosi del panorama artistico/musicale..

Sono incontri che hanno dato manforte alla visione della musica quanto più vicina a qualcosa che non ti appartiene ma che in realtà è di tutti e tu non sei altro che un semplice artefice di qualcosa, una sorta di traduttore. Degli incontri “pazzeschi”, con alcuni di loro ho ancora un grandissimo rapporto e ancora oggi suoniamo insieme.

Come è stato strutturato il concerto alla Mole Vanvitelliana di Ancona? 


Per la prima volta, oltre alla musica, ci sono stati i visual a cura Cyop&Kaf. Due artisti visivi che stimo moltissimo che hanno disegnato seguendo i suoni e proiettando le immagini con due proiettori. E' una performance che si rinnova tutte le volte e che gioca sui vuoti e pienissimi tra immagini e musica. Una bella esperienza in prima nazionale, in attesa della performance napoletana.

Luca D'Innocenzo

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